
Sono molte le notizie che popolano il web riguardo al nuovo Regolamento europeo GDPR, una delle più recenti riguarda la proroga del Regolamento, una notizia mal interpretata dagli utenti del web. Per scoprire di cosa stiamo parlando leggi l'articolo di UNIO-GDPR.
Il 25 Maggio è entrato in vigore il Nuovo Regolamento europeo GDPR, a destare confusione è stata una natizia che menzionava la proroga del GDPR. Una notizia forse mal interpretata da molti che ha incentivato il rallentamento alla conformità per molte aziende.
La propoga riguarda la delega dello schema di decreto legislativo per l'adeguamento alla legge sulla privacy al Regolamento GDPR, precedentemente fissato al 21 Maggio ( termine in cui sarebbe scaduta la delega) e attualmente prorogato al 21 Agosto 2018. Per i dubbiosi il Regolamento GDPR Ue 2016/679 è pienamente operativo, sono attualmente in vigore le leggi e le sanzioni.
La notizia che il 25 Maggio è circolata online è stata una fake news o meglio la notizia riguardava una newsletter messa in circolazione dal CNIL (la Data Protection Authority francese), si tratta del primo Stato membro che adotta un periodo di flessibilità riguardo alla normativa, il cosiddetto "grace period" che menziona un periodo di 6 mesi in cuinon saranno sanzionate le aziende inadempienti, purchè i titolari dimostino di avere avviato un processo di adeguamento al GDPR.
Testo originale inviato dal Garante per la protezione dei dati: "Considerato che la delega per l’attuazione delle disposizioni del Regolamento di cui alla legge n. 205/2017 non è stata ancora esercitata e il decreto legislativo, che verrà adottato in ottemperanza alla medesima delega, sarà suscettibile di incidere profondamente sulla materia in esame, si ritiene opportuno differire l’applicazione del presente provvedimento con riferimento a quanto sopra fino a sei mesi dall’entrata in vigore del predetto decreto, fatta salva diversa determinazione del Garante adottata anche anteriormente a tale data. Ciò anche al fine di consentire all’Autorità di poter acquisire informazioni dai titolari dei trattamenti effettuati per via automatizzata o tramite tecnologie digitali”.
Si precisa che nessun provvedimento del Garante potrebbe incidere sull'entrata in vigore del Regolamento europeo del 25 Maggio.
Le aziende nonostante gli equivoci sono tenute a continuare il processo di adeguamento nel rispetto della normativa europea sulla privacy per non incorrere in imminenti sanzioni (fino a 20 milioni o al 4% del fatturato).
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Fonte: www.privacyitalia.eu